5 MOTIVI PER VISITARE POZZUOLI

Visitare Pozzuoli può rivelarsi la migliore delle decisioni, perché non è una città come le altre. La sua origine vulcanica, la bellezza e la misteriosità le hanno procurato i favori dell’antico Impero Romano e del mondo intero.

Un po’ di storia, per cominciare

Prima di tutto ho una confessione, sono puteolana da oltre 15 generazioni e vi garantisco che a Pozzuoli si vive come in un enorme parco archeologico a cielo aperto.

Mario Sirpettino, un giornalista che ha scritto innumerevoli libri e saggi su Pozzuoli, l’ha definita la Roma di zolfo. Fin dai tempi antichi, infatti, Pozzuoli è entrata nel cuore e nella mente degli imperatori romani, inducendo quindi lo scrittore ad accostare la terra del fuoco alla Roma dei Cesari.

Pozzuoli nasce come colonia greca nel VI° secolo a.C., da un gruppo di esuli aristocratici provenienti dall’isola di Samo, ma è con l’Impero Romano che gode del suo massimo splendore.

Nel II° sec a.C. i romani la ribattezzarono Puteoli (per i pozzi di acqua termale) e ne fecero il porto principale per l’attracco delle loro navi. Ma anche luogo di vacanze e riposo, come testimoniano i restio delle sontuose ville costruite su questi lidi dagli imperatori romani.

Per usare un termine caro agli appassionati del viaggio nel tempo, Pozzuoli è una sorta di wormhole che ti consente di affacciarti in pochi istanti in un macellum romano o in una elegante villa romana con piscine termali e pareti in marmo.

Visitare Pozzuoli è decisamente in voga da oltre 2.000 anni!

Marco Tullio Cicerone troverà pace e tranquillità nella sua villa di Pozzuoli.

Caligola ebbe per i Campi Flegrei una simpatia morbosa ed esaltante.

Persino Nerone era consapevole dell’importanza strategica che Pozzuoli aveva come porto romano, tanto da progettare un’opera colossale che consisteva in un enorme canale da Ostia fino all’ Averno (Portus Julius) così da potersi recare in nave senza affrontare il mare.

Se dai fasti dell’impero romano facciamo un salto di circa 1.800 anni in avanti arriviamo ai tempi del Grand Tour, un lungo viaggio che i ricchi dell’aristocrazia europea intrapresero a partire dal XVIII secolo e destinato a perfezionare il loro sapere, la loro cultura.

Aveva una durata indefinita e di solito aveva come destinazione l’Italia. In particolare Johann Wolfgang von Goethe fu attratto dai Campi Flegrei per gli aspetti scientifici e geologici, ma fu anche ammaliato dalla grandiosità dell’antichità greco-romana di questi luoghi.

Se da 2.000 anni imperatori romani prima ed esponenti dell’aristocrazia europea poi si affrettano a visitare questi luoghi, uno o più motivi ci saranno!

Una esperienza vulcanica…

Nel corso della sua permanenza a Napoli, Goethe decide di visitare Pozzuoli in una gita per lui indimenticabile, in parte vissuta per mare lungo l’incanto del Golfo di Napoli e poi proseguita in carrozza e a piedi.

Qui nei Campi Flegrei ebbe modo di ammirare i fasti delle rovine imperiali romane, ma anche i vulcani, le acque termali, le fumarole e le caverne che esalano zolfo

Un paesaggio unico anche per i turisti che oggi visitano questi luoghi, di cui Goethe descrive le colline vulcaniche prive di vegetazione come paesaggi lunari con il colore chiaro tipico della terra vulcanica.

… fumerà per sempre e per ricordare ai mortali che le radici sono infocate, ardenti, esplosive: la Solfatara è il più giovane dei vulcani di questa area.

Non solo nel cratere ma anche sulla montagna e persino sott’acqua, nel mare del golfo di Pozzuoli, sono visibili manifestazioni fumaroliche che rendono il paesaggio e la visita a questa città molto particolare e suggestiva.

… ma anche una esperienza enogastronomica unica

Fin dall’antichità Pozzuoli e i Campi Flegrei sono stati annoverati come luoghi ameni in cui l’ enogastronomia è sempre stata un’eccellenza

Negli ultimi anni questi luoghi sono stati al centro di una trasformazione, che vede questa forma di turismo l’esperienza ideale per apprezzare le meraviglie nascoste di questi luoghi

Le eruzioni vulcaniche avvenute ciclicamente nei Campi Flegrei hanno creato un substrato del territorio particolarmente favorevole per la vegetazione in genere.

Il terreno destinato ad uso agricolo garantisce produttività e qualità; il suolo vulcanico dell’area flegrea è ricco di magnesio, potassio, ferro e silice, minerali che apportano nutrimento sostanziale a tutti i prodotti della terra influendo soprattutto sul sapore.

Nei Campi Flegrei si possono gustare piatti in prevalenza a base di pesce; i frutti di mare erano presenti già in epoca romana quando venivano coltivati nel lago lucrino o in altri posti dove rappresentavano, insieme ad altre risorse, una fonte di guadagno oltre a grande ricchezza per la cucina.

I Campi Flegrei sono una zona molto rinomata per i vigneti autoctoni e si prestano alla produzione del vino, sia bianco che rosso

Il vino bianco famoso di questa zona è la falanghina, dall’aroma tipicamente fruttato facilmente abbinabile con il pesce; quello rosso è il piedirosso o per e’ palummo, una qualità di vino molto conosciuto fin dall’antichità (ne parlava già Plinio in alcuni suoi scritti).

Per apprezzare questi aspetti vi consiglio di visitare Pozzuoli a settembre, periodo in cui si svolge Malazè, l’evento enogastronomico più importante che si tiene nei Campi Flegrei, nato per promuovere le bellezze e le proposte turistico-culturali di questa zona geografica.

“Che spettacolo stupendo! Vediamo Pozzuoli”

Storia, archeologia, natura, enogastronomia e… mistero: molte storie e testimonianze avvolgono questi luoghi di fascino e mistero.

Il Lago d’Averno ad esempio era considerato in passato una delle porte terrene per raggiungere l’Inferno nelle viscere della terra, come riporta anche Dante nella Divina Commedia

Così come la selva oscura in cui si perde il Sommo Poeta ad inizio della Commedia sarebbe il fitto bosco che circondava il lago ed arrivava fino alla Solfatara di Pozzuoli.

In questo lago secondo alcuni, o molto più probabilmente nel suggestivo Antro di Cuma, la Sibilla Cumana svolgeva la sua attività oracolare. Lla Sibilla era una sacerdotessa, ispirata dalla divinità, che vaticinava in modo sibillino le sue profezie su guerre, imperatori, eroi dell’antica Grecia e antica Roma.

Imperatori romani, filosofi, scrittori, artisti… tutti sono rimasti incantati da Pozzuoli e dai Campi Flegrei, ognuno di loro ha lasciato una storia da raccontare, un segno del loro passaggio e una testimonianza di quanto prodigioso sia questo angolo di Terra.